Descrizione

La citt√† di Potenza, comunque, come centro abitato non ebbe a soffrire anche dopo l‚Äôazione diretta di questo flagello, purtuttavia la fama di molti briganti atterr√¨ spesso la nostra citt√† ed i loro nomi e le loro sanguinose gesta rimasero sempre vive nella memoria degli abitanti e nelle leggende popolari, anche in epoca successiva. Il 17 giugno 1815 il vecchio re Ferdinando rientr√≤ per la terza volta a Napoli assumendo, secondo quanto sancito dal congresso di Vienna, il titolo unico di Ferdinando I re del regno delle Due Sicilie. Subito dopo, un moto rivoluzionario, scoppiato nella notte tra l‚Äô1 e il 2 luglio 1820 guidato dal generale Florestano Pepe, indusse il re a concedere e giurare fede alla costituzione, ancora una volta repressi in nuovi propositi di libert√†, ancora una volta repressi nel sangue: Domenico Corrado ed altri da Potenza furono giustiziati dalle truppe borboniche. Ferdinando I mor√¨ il 4 gennaio 1825, gli successe il figlio Francesco Gennaro Giuseppe duca di Calabria, col nome di Francesco I; alla sua morte, avvenuta poco dopo l‚Äô8 novembre 1830, gli segu√¨, col nome di Ferdinando II, il figlio. La salita al trono dell‚Äôappena ventenne Ferdinando fu accolta nel regno con grandi speranze, che nei primi anni ebbero riscontro in una politica di riforme, di rinnovamento delle istituzioni e della amministrazione civile e militare. Nell‚Äôautunno del 1846 il re Ferdinando si rec√≤ in visita a Potenza, sollecitato dall‚Äôintendente duca della Verdura che gli illustr√≤ le opere pi√Ļ recenti eseguite nella citt√†, tra le quali la nuova piazza dell‚ÄôIntendenza ‚Äď l‚Äôattuale Piazza Mario Pagano -, la sistemazione di Piazza Sedile con la costruzione dell‚Äôarco del Muraglione e l‚Äôapertura della strada che da Borgo Santa Lucia per il gomito del cavallo, raggiungeva lo stesso Muraglione, indicata come Strada Meridionale, ed altre costruzioni. A questo periodo segu√¨, contrariamente ad ogni aspettativa, una seconda fase repressiva ed intransigente, che sfoci√≤ nella rivolta del 1848. Il protagonista assoluto di tale patriottica ribellione fu a Potenza Emilio Maffei, che riun√¨ in citt√† nel palazzo Loffredo il 5 giugno i delegati delle Provincie confinanti, i quali sottoscrissero un ‚Äúmemorandum‚ÄĚ a sostegno e difesa della libert√†. La repressione fu dura ancora una volta in tutto il regno ed anche a Potenza, come dice il Riviello‚Ķ‚Äúle carceri si riempirono di accusati, mentre la polizia molestava pacifici e sospetti‚ÄĚ. Il terribile terremoto del 1857, distruggendo ancora una volta gran parte della citt√†, apr√¨ nuove tremende ferite e raffredd√≤ notevolmente le attivit√† e le trame dei patrioti e solo due anni dopo, nel 1859 le cospirazioni antiborboniche iniziarono a rialacciarsi in modo concreto, tanto che l‚Äôanno successivo, dopo lo sbarco di Garibaldi nel continente, cominciava la dissoluzione delle truppe borboniche, comandate da ufficiali vecchi ed incapaci e gi√† si iniziava ad intravedere in modo tangibile un processo di inevitabile disgregazione del regno del Sud: il 16 agosto 1860 la citt√† si sollevava in armi ed il 18 dello stesso mese veniva proclamata l‚Äôunione al Regno d‚ÄôItalia sotto lo scettro di Vittorio Emanuele II di Savoia. Il brigantaggio meridionale, dilagato nel sud subito dopo l‚ÄôUnit√†, alimentato da correnti filoborboniche nella speranza di una restaurazione e sostenuto dalle tradizionali ragioni di scompenso sociale, dalla miseria, dall‚Äôignoranza e dall‚Äôincapacit√† dei nuovi governanti piemontesi a comprendere i veri problemi delle classi oppresse del meridione, insanguin√≤ molti centri della provincia, ma tenne fuori ancora una volta la citt√† di Potenza dagli avvenimenti pi√Ļ cruenti, anche se la maggior parte delle direttive operative e strategiche della repressione furono coordinate ed attuate proprio nel capoluogo della regione. Gli anni successivi del regno d‚ÄôItalia fino alla Prima Guerra Mondiale, furono caratterizzati da lotte politiche condotte sempre in uno spirito di rispetto e correttezza anche se appassionate ed accese in duelli polemici legati alle personalit√† pi√Ļ rappresentative degli uomini che ne furono protagonisti. Le vicende che nel primo dopoguerra tanto travagliarono non solo le citt√† del Nord, ma anche molte citt√† del Sud, anche di regioni limitrofe e che alla fine portarono all‚Äôavvento del fascismo al potere, videro la citt√† di Potenza distinta in una moderazione ed in una esemplare accettazione ed assimilazione degli aspetti pi√Ļ esasperati del nuovo clima politico che si afferm√≤ in tali anni. Eccessi di violenza, atti di grossolana limitazione della libert√† individuale o di disprezzo della personalit√† umana furono solo episodi isolati durante l‚Äôintero periodo della dittatura fascista a Potenza. L‚Äôimmane tragedia legata al II conflitto mondiale richiese alla nostra citt√† un tributo di innumerevoli vite umane e provoc√≤ lutti, la cui memoria non √® ancora spenta in tanti cittadini. Nel settembre 1943 alcuni bombardamenti aerei, non completamente richiesti da esigenze strategiche e cio√® dall‚Äôintento di tagliare le comunicazioni stradali e ferroviarie che consentivano l‚Äôafflusso delle truppe tedesche alle zone dello sbarco alleato, avvenuto il 9 sulle spiagge del litorale salernitano, costarono alla citt√† molte vittime innocenti tra la popolazione civile e portarono alla distruzione, coi pochi obiettivi militari esistenti, di molte costruzioni civili, private e pubbliche, tra le quali l‚ÄôOspedale S. Carlo e la Cattedrale. Nel dopoguerra finalmente, con il ritorno alla vita democratica, la ricostruzione delle ferite della guerra e la comparsa all‚Äôorizzonte della Nazione di nuovi obiettivi, iniziava per Potenza la espansione urbana e la crescita di tanti nuovi poli di sviluppo civile e sociale, anche se questa crescita avviava la progressiva scomparsa di molte testimonianze del passato di questa citt√†.

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